Qualcosa è cambiato?

Albero e scritta

È proprio vero che non si finisce mai di stupirsi.

Negli ultimi anni mi sono sforzata molto per cercare di lavorare, come traduttrice, nel settore dell’ecologia, che sento più vicino ai miei valori e che di conseguenza conosco e padroneggio meglio di altri.

Ho fatto non poca fatica. Diciamo che l’ho presa un po’ alla lontana partendo dall’agroecologia (in cui peraltro le possibilità sono molto limitate) per poi approdare, in modo più maturo e responsabile, alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa, che offrono volumi di traduzioni decisamente più elevati.

Ciò che mi ha stupita, è il fatto che mentre mi attivavo per il raggiungimento di questo obiettivo professionale, le richieste di traduzioni in questi ambiti sono aumentate gradualmente, fino a diventare prevalenti nella mia attività.

Sapevo che sarebbe successo, ma immaginavo che i tempi sarebbero stati molto più dilatati.

Invece, il crescendo di azioni su vari fronti, le pressioni provenienti dal basso e dal pianeta e infine il coronavirus, hanno irrimediabilmente deviato la rotta delle aziende di tutto il mondo.

Molto rimane ancora da fare, ma la tendenza non sembra essere più la stessa ed è confortante sapere che siamo sempre di più a camminare, talvolta senza nemmeno rendercene conto, nella stessa direzione.

7 anni senza social network, si può?

Televisore

Le novità mi hanno sempre incuriosita. Così, quando sono nati i primi social network, ormai parecchi anni fa, li ho esplorati con grande entusiasmo: ovviamente LinkedIn, ma anche Instagram, Facebook e Twitter.

All’epoca non avevo una strategia precisa e li utilizzavo in modo un po’ istintivo, per reperire informazioni, promuovere la mia attività professionale e fare rete con amici, clienti e colleghi.

Dopo alcuni anni ho abbandonato la mia vita da imprenditrice e fatto un periodo sabbatico di alcuni mesi, per poi tornare alla mia attività di freelance. Infine, mi sono trasferita da una grande città del nord Italia a un piccolo paese in collina, nel sud del Lazio.

In quella fase di grande cambiamento, sia sul fronte lavorativo che su quello personale, ho avvertito che in qualche modo i social network mi stavano stretti per cui, uno ad uno, ho iniziato ad abbandonarli.

TUTTI.

Avevo bisogno di sperimentare una forma di internet più “libera” e sentivo che i social network erano binari che mi impedivano di navigare con una sufficiente autonomia di pensiero. Per un periodo ho persino detto addio allo smartphone e ho riesumato il mio vecchio telefono cellulare.

Telefono

Ma non sono tornata all’età della pietra. Infatti, oltre a utilizzare l’-e-mail e a navigare su internet:

– ho conservato il mio profilo su una piattaforma per traduttori;

– avevo un sito internet di lavoro e un blog personale;

– ho usato (e uso ancora in realtà) gli aggregatori di feed, per seguire i contenuti del web che più mi interessavano;

– pur non avendo un profilo consultavo i vari social network di tanto in tanto per seguirne il funzionamento e l’evoluzione;

– leggevo e-book e riviste online;

– avevo una newsletter in cui raccontavo alla mia rete di contatti più stretti quello che facevo.

Devo dire che quella dimensione offriva parecchi vantaggi tra cui ad esempio maggiore concentrazione, fluidità del pensiero e possibilità di selezionare i contenuti di internet con maggiore autonomia.

Gli anni sono passati velocemente e ho assaporato quelle sensazioni di libertà davvero a fondo.

Ma si sa che nella vita tutto ha un termine.

Infatti, a un certo punto, ho iniziato a rendermi conto che quella libertà stava diventando un limite. Accedere a contenuti e a contatti di lavoro utili era faticoso, dovevo usare strategie poco lineari e mi sono resa conto che gradualmente stavo rinunciando a opportunità di crescita e confronto, sia professionali che personali.

È così che nei primi mesi del 2020 ho iniziato a mettere a punto una strategia per la mia identità sui social network. Ero tentata di ultimarla prima di partire, ma poi mi sono ricordata che i lunghi viaggi iniziano sempre con un piccolo passo, per cui eccomi qui.

Vita da freelance, t’amo non t’amo

Fra una traduzione e una fattura,
un dubbio terminologico e la manutenzione del pc,
una frase intraducibile e l’autopromozione,

a volte mi capita di chiedermi:
ma questa vita da freelance,
l’amo o non l’amo?

Allora ascolto con attenzione la mia vocina interiore
che sentenzia: “Al momento (e forse per sempre?)
questa è la tua strada.” Che il viaggio continui!